Tardi t’amai, bellezza infinita,
tardi t’amai, tardi t’amai,
bellezza così antica
e così nuova.
Eppure, Signore,
tu eri dentro me ma io ero fuori;
deforme com’ero guardavo la bellezza
del tuo creato.
Eri con me e invece io,
Signore non ero con te;
le tue creature mi tenevano lontano,
lontano da te.
Tu mi chiamasti e quella tua voce
squarciò la sordità;
tu balenasti e fu dissipata
la mia cecità.
Tu emanasti il dolce tuo profumo:
di te ho fame e sete:
tu mi hai toccato
ed ora io anelo alla tua pace.
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Offertorio – Comunione – Ringraziamento
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